La scorsa settimana, sulle rive del fiume Tay, in Gran Bretagna, è andata in scena una protesta da parte di un gruppo di attivisti del gruppo 'Ocean Rebellion', che manifestano contro la concessione contro la decisione del governo di autorizzare il giacimento petrolifero di Rosebank, a Dundee, in Scozia.
Questo giacimento petrolifero si trova nelle isole Shetland, ed è, di fatto, uno dei più grandi giacimenti petroliferi dell'Atlantico settentrionale, essendo in grado di produrre fino a 500 milioni di barili di petrolio.
I manifestanti hanno versato, per protesta, olio finto su una rappresentazione di una sula, un uccello marino comune nella zona. L'impatto creato è molto forte, ed è ormai comune puntare sullo shock emozionale e visivo per condurre proteste sul clima di questo genere.
La scorsa settimana, sulle rive del fiume Tay, in Gran Bretagna, è andata in scena una protesta da parte di un gruppo di attivisti del gruppo 'Ocean Rebellion', che manifestano contro la concessione contro la decisione del governo di autorizzare il giacimento petrolifero di Rosebank, a Dundee, in Scozia.
Questo giacimento petrolifero si trova nelle isole Shetland, ed è, di fatto, uno dei più grandi giacimenti petroliferi dell'Atlantico settentrionale, essendo in grado di produrre fino a 500 milioni di barili di petrolio.
I manifestanti hanno versato, per protesta, olio finto su una rappresentazione di una sula, un uccello marino comune nella zona. L'impatto creato è molto forte, ed è ormai comune puntare sullo shock emozionale e visivo per condurre proteste sul clima di questo genere.
I manifestanti sostengono che la protesta abbia messo sotto la lente d’ingrandimento l'impatto che l'industria del petrolio (e tutta la filiera in generale) può avere sulla fauna selvatica locale e non solo, con gli uccelli marini che spesso si trovano ricoperti di petrolio a causa delle fuoriuscite. I manifestanti si sono mascherati con volti di artisti, mostrando anche uno striscione che recitava "Stop Rosebank".
Uno dei portavoce della protesta ha affermato che questo nuovo progetto rappresenta “uno schiaffo non solo alla natura, alla vita marina e agli ecosistemi oceanici, ma anche al Segretario generale delle Nazioni Unite e all'Autorità internazionale per l'energia, che hanno entrambi dichiarato che l'estrazione di nuovo petrolio e gas è incompatibile con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi".
Non si è comunque fatta attendere la risposta di Equinor, la società che sta gestendo il progetto di sviluppo di questo giacimento petrolifero. Il portavoce della multinazionale ha affermato che "Rosebank è un progetto che può contrastare il declino della produzione nazionale e migliorare la sicurezza energetica, con petrolio e gas prodotti con un'impronta di carbonio significativamente inferiore rispetto alla media attuale della piattaforma continentale del Regno Unito".
Un portavoce del governo britannico ha dichiarato che non è stata ancora presa alcuna decisione in merito a Rosebank, aggiungendo che sarà la NSTA a prendere una decisione definitiva.